CECII

 

Il Centro per la cultura immateriale dell’Istria del Museo etnografico dell’Istria è stato fondato il 20 giugno del 2011 a Pedena e il suo compito è quello di rendere più facile la comprensione, ossia la percezione della cultura immateriale e la sua presentazione. La cultura non materiale comprende la forza vitale del sapere e delle prassi che si trasmettono di generazione in generazione e sono in continuo movimento. Essa non sta ferma, in modo dinamico prende nuove forme e sfumature che le danno le persone come risposta al suo ambiente, all’interazione con la natura e con la storia. La cultura non materiale è l’essenza della società e tramite i suoi valori si rafforzano le conoscenze del rispetto di culture diverse e la favorizazzione delle potenzialità creative.

A parte quei elementi di cultura non materiale che sono raccomandati dalla convenzione dell’UNESCO per la protezione e la salvaguardia del patrimonio culturale (espressione orale e tradizione, letteratura orale che comprende pure la lingua, arti quali musica, danza, teatro, usi e costumi, festeggiamenti, sapere e procedimenti legati alla natura e all’universo, la manufattura tradizionale, il sapere e le abilità), il Centro per la cultura immateriale dell’Istria del Museo etnografico dell’Istria cerca di pensare attentamente e di avanzare dal punto di vista scientifico quei fenomeni della cultura non materiale che trovano il proprio spazio nell’ambiente urbano.

Perciò vogliamo porre maggior attenzione al canto al sottile e al grosso, alla lingua valacca e zeianese, ai lavoratori dello Scoglio Olivi, al gioco delle sinché, alle basse dignanesi, ai gunjci, agli abitanti dell’ex caserma Rojc di Pola, alle conte, bestemmie, alla tradizione del cinema in Arena, ai tuffi in mare, alla raccolta degli ulivi, alla vendemmia, alla preparazione della supa, alla insalatura delle sardelle, alla costruzione delle casite… Si vogliono far venire in mente le gare con i carretti, cercare ciò presso gli scater odierni, andare alla ricerca delle storie e leggende, dei cercatori di tartufi e di coloro che raccolgono gli asparagi… Si richiamano le streghe dalla memoria, si conoscono le entità delle minoranze e si ascolta più attentamente la loro vita…

Tutto ciò il Centro lo fa tramite le sue quattro attività nel cui interesse stanno gli appartenenti alle comunità locali, i gruppi e gli individui che attivamente fanno parte della spiegazione della propria identità o dell’identità della propria comunità. Loro sono il fattore chiave nel proporre e nel determinare i modi e le misure in base ai quali si analizzeranno gli aspetti delle loro culture. Le risorse del Centro sono quelle: di ricerca, d’archiviazione, documentazione, di educazione e di produzione tramite le attività. Tramite questo segmento di lavoro, con stessa intensità di bisogno e importanza e prendendo in considerazione l’intero contesto culturale si coltivano e realizzano l’esistenza vitale delle tradizioni con lo sviluppo della creatività, la documentazione ed archiviazione, come pure l’analisi del materiale esistente il cui contenuto è inerente al territorio dell’Istria ed è conservato in patria e all’estero; la formazione e lo sviluppo di nuove raccolte di documenti della cultura non materiale dell’Istria, il programma educativo e i consigli per coloro che con il proprio lavoro sono legati alla cultura immateriale dell’Istria. Inoltre, qui si annoverano pure i seminari, i programmi e le manifestazioni, la produzione e l’editoria, la collaborazione locale, regionale, nazionale, transfrontaliera ed internazionale con strutture e singoli vicini da un punto di vista contenutistico.

La formazione del Centro per la cultura immateriale dell’Istria del Museo etnografico dell’Istria è il risultato di approvazione del documento della Strategia culturale istriana della Regione istriana, ovvero del fatto che il canto a due voci degli intervalli stretti dell’Istria e del litorale croato è stato inserito nella lista del patrimonio culturale dell’UNESCO nel 2009, come pure la necessità di attualizzare, modernizzare e sviluppare le attività museali.